L’importanza di cambiare prospettiva: insieme a Giorgia Righi nella Giornata Internazionale della Disabilità
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In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, abbiamo scelto di intervistare Giorgia Righi, nostra giovane paziente affetta da Atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa rara e progressiva. Giorgia ha ricevuto la diagnosi a nove anni, ma non ha mai permesso che la malattia definisse chi è. Non ha messo da parte i suoi sogni, né rinunciato alle sue passioni, e oggi è la prima giudice di nuoto in carrozzina in Italia, si è laureata con una tesi sui benefici dell’attività sportivanella sua patologia e ha scritto un libro.
Un confronto per riflettere insieme su cosa significhi davvero sentirsi inclusi, su come i pregiudizi, spesso invisibili ma profondi, influenzino ancora la quotidianità delle persone con disabilità e su come la rappresentazione nei media possa contribuire a cambiare le cose.
Oggi si parla molto di inclusione, ma spesso in modo generico. Per te, nella tua vita quotidiana, cosa significa davvero sentirsi inclusi?
Per me inclusione significa far parte di un grande gruppo. Credo che per arrivare a questo obiettivo serva un grande lavoro non solo di eliminazione di barriere architettoniche ma anche delle barriere mentali. Le persone con disabilità, in ancora troppi ambiti, vengono etichettate e non hanno le stesse opportunità. Non si può pensare che una persona disabile sia solo qualcuno con bisogni particolari da mettere da parte. Deve stare in mezzo agli altri. Un esempio? Ancora oggi, capita che un bambino con disabilità venga fatto uscire prima dalla classe con un insegnante di sostegno per “non disturbare”. Se questo è ancora il modo di pensare, allora siamo lontani da un’inclusione reale.
Nel tuo percorso personale e professionale, ti è mai capitato di scontrarti con pregiudizi legati alla disabilità? Come hai reagito?
Un’infinità di volte. Quando ho provato a iscrivermi a Scienze Motorie, mi hanno detto che non era possibile a causa della mia disabilità, nonostante avessi già lavorato come giudice di nuoto durante un trofeo mondiale, fianco a fianco con grandi campioni. Ma per loro era “normale” che, non potendo correre o saltare, non fossi adatta. Ma non mi sono fermata: ho trovato un’università che ci credeva quanto me e mi sono laureata con una tesi sui benefici dello sport nella mia malattia.
Hai scritto un libro e ispirato un film: secondo te, oggi, come viene raccontata la disabilità nei media? C’è qualcosa che cambieresti?
Credo che se ne parli ancora troppo poco. E quando accade, soprattutto a livello artistico, il pubblico spesso non percepisce davvero quanto certe situazioni siano difficili. Per esperienza personale, trovo che nei libri, siano autobiografie o romanzi, ci sia una maggiore somiglianza con la realtà rispetto ai film. Nel cinema si tende a rendere tutto bello, più piacevole da guardare. Ma non sempre è la verità.
C’è stato un momento in cui ti sei sentita davvero ascoltata o valorizzata? Cosa ha fatto la differenza?
Per fortuna mi sento ascoltata in diversi momenti. Nonostante le difficoltà e i pregiudizi, sono circondata anche da persone che mi danno la possibilità di raccontare la mia esperienza, anche ai più piccoli. Uno dei momenti più intensi è stato il mio intervento al TEDx di Pesaro, questa primavera. Ho parlato davanti a un pubblico in assoluto silenzio. In quel momento ho sentito di avere davvero qualcosa da donare agli altri.
Un messaggio che vorresti far arrivare ai ragazzi con disabilità che si sentono scoraggiati.
Vorrei dire loro di non demordere, perché le passioni che hanno dentro sono più forti e più importanti di qualsiasi giudizio. E soprattutto: non sentitevi soli. Anche se in questo momento vi sembra di esserlo, tante altre persone stanno vivendo le vostre stesse difficoltà. Troverete ostacoli, ma con la giusta prospettiva sarete in grado di superarli. Non rinunciate mai a voi stessi, né alla vostra personalità, per inseguire ciò che “sembra più comodo” per una persona disabile. Con determinazione e pazienza, le opportunità giuste arriveranno.
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