Malattia di Alzheimer, la più comune causa di demenza nella popolazione anziana mondiale.
La malattia di Alzheimer interessa globalmente circa 47 milioni di persone ed essendo diagnosticata in sede autoptica nel 50-60% dei casi di decadimento cognitivo ad esordio tardivo. La patologia interessa maggiormente le donne in tutte le fasce d’età, con un rapporto di circa 2:1 rispetto al sesso maschile.
L’incidenza della malattia è simile in tutto il mondo e aumenta esponenzialmente con l’età, da circa 3,9 casi su 1000 nella popolazione di età compresa tra 60-64 anni fino a raggiungere il valore di 104,8 casi su 1000 negli ultranovantenni. La prevalenza media globale nella popolazione sopra i 60 anni è compresa tra il 5.6 e il 7.6%, con differenze regionali variabili tra il 4.7% in Europa Centrale e l’8.7% in Nord Africa e Medioriente. Dopo i 60 anni di età la prevalenza raddoppia ogni decade.
Malattia di Alzheimer: i fattori di rischio
Tra i fattori di rischio vi sono, oltre all’età, la familiarità, il sesso femminile e la presenza di fattori indicativi di danno vascolare (eventi ischemici, colesterolo, aterosclerosi).
In meno del 5% dei casi la malattia è dovuta ad una causa genetica a trasmissione dominante, mentre nella maggior parte dei casi si suppone che la patologia derivi da un’interazione tra fattori genetici predisponenti e ambientali.
I principali interventi che possono aiutare la prevenzione della malattia di Alzheimer sono quelli che interessano lo stile di vita; dieta sana ed equilibrata, come quella mediterranea, e regolare attività fisica si sono dimostrati fattori capaci di ridurre l’incidenza della malattia o di rallentarne il corso. Anche il trattamento attivo dell’ipertensione e il training cognitivo possono ridurre il rischio di sviluppare la patologia.
Malattia di Alzheimer: sintomi, decorso e diagnosi
I sintomi più frequenti dell’Alzheimer includono difficoltà nel ricordare eventi recenti, disorientamento, deficit del linguaggio e alterazioni comportamentali. La sintomatologia non rimane stabile ma progredisce nel tempo e il decorso della malattia viene diviso classicamente in quattro stadi, tra cui si riconoscono un periodo prodromico, una fase iniziale, una intermedia e una finale.
Spesso la storia clinica del paziente è sufficiente per orientare verso la diagnosi di malattia di Alzheimer, ma esistono altre indagini strumentali a disposizione del clinico per confermare il sospetto diagnostico, come ad esempio test neuropsicologici e cognitivi ed esami neuroradiologici (Risonanza Magnetica e PET). Infine anche l’analisi di un campione di liquor cefalorachidiano è uno strumento importante per diagnosticare la patologia, soprattutto nelle fasi iniziali.
Malattia di Alzheimer e altre forme di demenza
La diagnosi differenziale deve essere rivolta ad escludere altre forme di demenza che si presentano in maniera simile (Demenza a corpi di Lewy, demenza frontotemporale, afasie primarie progressive) e forme atipiche di malattia di Alzheimer (variante frontale, afasia primaria progressiva variante logopenica, atrofia corticale posteriore).