Demenza Frontotemporale

La demenza Frontotemporale si caratterizza per due principali fenotipi clinici: il primo caratterizzato da disordini comportamentali e delle funzioni esecutive (variante comportamentale) ed il secondo da disordini del linguaggio (afasie primarie progressive) con tre diverse forme cliniche. Rappresenta la seconda/terza forma di demenza nel mondo occidentale e si manifesta intorno ai 65 anni, più precocemente della malattia di Alzheimer con un impatto devastante sulla famiglia per gli aspetti comportamentali. In circa il 40% dei casi vi è un gene responsabile, ponendo quindi il problema di una patologia ad impatto familiare.

L’eziologia della demenza Frontotemporale è multifattoriale e coinvolge una combinazione di fattori genetici e ambientali. Il principale marcatore patologico è l’ aggregato delle proteine tau, TDP-43 e FUS nelle diverse forme. Alcuni geni responsabili come C9orf72, MAPT, GRN, FUS, TDP-43 hanno permesso di definire inizialmente meccanismi patogenetici ma per la maggior parte delle forme l’ eziologia rimane sconosciuta in una sovrapposizione di meccanismi comuni nella neurodegenerazione (eccitotossicità, stress ossidativo, neuroinfiammazione, disfunzioni mitocondriali).

Il paziente si presenta al medico spesso spinto dal compagno per manifestazioni comportamentali svariate anche gravi associate anche a variazioni nutrizionali con incrementato appetito che portano spesso erroneamente ad una consulenza psichiatrica. Le alterazioni di personalità, la ridotta empatia, il linguaggio inappropriato con condotte sociali inadeguate evolvono nel tempo in un quadro clinico difficilmemte gestibile. Le forme invece di afasia primaria progressiva si esprimono con difficoltà del linguaggio non inquadrabili con altre patologie.

  • Valutazione clinica: anamnesi, test neuropsicologici e scala di valutazione cognitiva.
  • Neuroimaging: Risonanza Magnetica (RM) per identificare atrofia cerebrale specifica
  • PET per studio del metabolismo cerebrale (FDG-PET)
  • Genetica: ricerca dei geni maggiormente implicati nella patologia (MAPT, GRN, C9orf72, FUS, TARDBP)
  • Biomarcatori: analisi del liquido cerebrospinale per rilevare la negatività dei biomarcatori specifici della malattia di Alzheimer

Terapie disponibili

  • Farmaci sintomatici: inibitori delle colinesterasi, antidepressivi serotoninergici, antipsicotici atipici, memantina
  • Terapie sperimentali: anticorpi anti-GRN
  • Interventi non farmacologici: stimolazione cognitiva, TMS, attività fisica e approcci dietetici (dieta mediterranea)

Ricerca in corso

  • Identificazione di nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce.
  • Studi genetici per comprendere meglio il ruolo dei fattori ereditari nella malattia.
  • Terapie personalizzate basate su profili genetici e molecolari dei pazienti.
  • Definizione di marcatori utili alla diagnosi di LATE (Limbic-predominant Age-related TDP-43 Encephalopathy)

Contatti e approfondimenti

Nome del referente: Vincenzo Silani, Federico Verde, Nicola Ticozzi, Barbara Poletti, Stefano Cappa, Alberto Doretti, Antonia Ratti

E-mail / Telefono: vincenzo@silani.com / 02 61911 2937