Al “Centro Dino Ferrari” ci sono storie che intrecciano ricerca scientifica e vita personale in modi sorprendenti. Una di queste è quella di Marco Stefanati, che ha incontrato la nostra realtà come paziente e oggi ne fa parte come ricercatore. La sua testimonianza è il racconto di una vocazione nata tra i corridoi del Policlinico di Milano e cresciuta fino a trasformarsi in una carriera scientifica di grande valore. Un percorso fatto di studio, passione e resilienza, che ci ricorda quanto la ricerca non sia solo una professione, ma anche una scelta di vita.
“Un gesto semplice in un corridoio illuminato del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano presso l’Ospedale Policlinico all’allora padiglione Ponte, ha segnato l’inizio di una straordinaria avventura. In quell’istante, stringendo la mano del professor Yvan Torrente, direttore del laboratorio di cellule staminali, si è acceso in me qualcosa che andava oltre l’incontro tra medico e paziente. Quella stretta, quel sorriso e l’ambiente vivace di scienza sono stati la scintilla che ha fatto nascere in me la passione per la ricerca. Mi chiamo Marco Stefanati e sono affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Da quel giorno ho iniziato a frequentare il laboratorio, respirando l’entusiasmo dei ricercatori e sentendo che potevo far parte di quel mondo. Quella passione ha piantato un seme che mi ha spinto a laurearmi in Bioingegneria al Politecnico di Milano, a conseguire un dottorato e, infine, a fare della ricerca la mia professione. Oggi, infatti, lavoro proprio lì, dove tutto è cominciato.
“La passione che prende forma Durante gli anni al Liceo Scientifico Gandini di Lodi, ho frequentato il laboratorio del professor Yvan Torrente al Policlinico di Milano. Lì, ho avuto l’opportunità di collaborare a diverse attività sperimentali, nutrendo fin da subito la mia curiosità e la mia passione per la scienza.”
“Nel cuore dell’Aula Magna del Politecnico di Milano, ho conseguito la laurea triennale in Bioingegneria. È stato il primo passo concreto verso una carriera nella ricerca, coronamento di anni di studio e spinto dallo stesso entusiasmo nato tra le mura del Policlinico. La mia tesi analizzava il controllo vasomotorio periferico, studiando le oscillazioni lente nel microcircolo cutaneo per capire l’influenza del sistema nervoso autonomo e della respirazione.
“Quel giorno, discutendo la mia tesi di laurea magistrale in Bioingegneria, ho sentito che tutto il lavoro svolto stava finalmente prendendo voce. L’emozione è stata ancora più grande grazie alla partecipazione del professor Yvan Torrente e del suo gruppo di ricerca, a testimonianza del nostro legame scientifico e umano. La tesi valutava l’efficacia biomeccanica di protesi tracheali biologiche per la cura di patologie gravi, dimostrando che il trattamento con EDC-NHS era biomeccanicamente più compatibile rispetto a quello con Glutaraldeide”.
“Dopo la laurea, ho iniziato un progetto di ricerca al Politecnico di Milano, lavorando allo sviluppo di un modello matematico per simulare il comportamento del muscolo affetto da distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Il progetto è nato dalla mia profonda volontà di comprendere meglio la malattia che mi ha sempre accompagnato. I risultati preliminari hanno mostrato che le alterazioni nelle fibre muscolari possono compromettere la trasmissione della forza, offrendo uno strumento predittivo utile ai clinici per testare nuove terapie.
“Ho continuato la mia ricerca con un dottorato in Bioingegneria al Politecnico di Milano. In questo progetto, sviluppato in collaborazione con il Prof. José Rodríguez Matas e il Prof. Yvan Torrente, ho costruito un modello matematico capace di analizzare come le alterazioni microstrutturali del muscolo distrofico influenzano la sua forza e velocità. I risultati, pubblicati su riviste scientifiche internazionali, sono un passo avanti nella comprensione della progressione della DMD e nello sviluppo di nuove terapie che riducono la dipendenza da modelli animali. Questo percorso è stato reso possibile anche grazie al sostegno dell’Associazione Gli Amici di Emanuele – Fondo DMD – ETS, in particolare del Dott. Alberto De Liso, il cui incoraggiamento è stato prezioso”.
“Ho partecipato al GNB 2018 al Politecnico di Milano, ricevendo un premio per il miglior poster scientifico. Quella è stata la mia prima conferenza e l’emozione di esporre il progetto in inglese davanti a una commissione è stata indimenticabile. Quel riconoscimento ha confermato che il mio impegno aveva un valore e mi ha spinto a sentirmi parte attiva della comunità scientifica”.
“Ho conseguito il titolo di dottore di ricerca in Bioingegneria al Politecnico di Milano con tesi pubblicata sulla rivista Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials”.
“Ho ricevuto il premio per la Migliore Tesi di Dottorato in Biomeccanica Teorica e Applicata, un riconoscimento che ha coronato l’impegno profuso durante il mio percorso. L’evento, seppur virtuale, ha offerto uno spazio prezioso di confronto e visibilità per i giovani ricercatori. Nuove sfide e amicizie che durano nel tempo”.
“Dal 2021 al 2023 ho lavorato su un progetto per valutare la vulnerabilità delle placche aterosclerotiche coronariche. Ho dimostrato che lo sforzo di Von Mises massimo è un predittore efficace del rischio, un passo importante verso una stratificazione del rischio paziente-specifica basata su modelli biomeccanici”.
“Oggi lavoro a un progetto innovativo in collaborazione con il Politecnico di Milano, il Centro Cardiologico Monzino, l’Ospedale San Raffaele e il Policlinico San Matteo. Il nostro obiettivo è sviluppare strumenti di intelligenza artificiale che analizzino le TAC coronariche per prevedere il rischio di placche instabili. Mi occupo della parte biomeccanica, studiando le sollecitazioni sulle placche. È un aspetto fondamentale per una medicina più personalizzata e preventiva, che troppo spesso viene trascurato. Anche se questo progetto non è direttamente collegato al mio primo percorso di ricerca, l’amicizia e i consigli del Professor Yvan Torrente continuano a essere per me un punto di riferimento umano e scientifico”.
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