L’angiopatia cerebrale amiloide (CAA) è una malattia neurovascolare degenerativa, caratterizzata dal deposito di beta-amiloide nelle pareti dei piccoli e medi vasi sanguigni della corteccia cerebrale e delle leptomeningi. Questo processo determina una fragilità dei vasi che aumenta il rischio di emorragie cerebrali lobari, microemorragie e declino cognitivo. La CAA è particolarmente frequente negli anziani e può coesistere con la malattia di Alzheimer.
La CAA è causata dall’accumulo di beta-amiloide (isoforma Aβ1-40) nei vasi cerebrali, isoforma diversa da quella che si deposita nelle placche parenchimali della malattia di Alzheimer. Della CAA esistono forme sporadiche (le più comuni) e rare forme ereditarie con trasmissione autosomica dominante. L’apolipoproteina E, in particolare l’allele ε4,) è associata ad un maggiore rischio di sviluppare la malattia e ad una maggiore gravità della patologia.
La CAA può rimanere asintomatica per anni, ma si manifesta clinicamente con:
La diagnosi definitiva richiede l’esame istopatologico, ma nella pratica clinica si usano dei criteri clinico-radiologici (criteri di Boston). Gli strumenti principali sono:
Il liquor può essere utile nella diagnosi differenziale con altre patologie.
Non esiste una terapia specifica per la CAA. Il trattamento si concentra sulla prevenzione delle emorragie e la gestione dei sintomi, tra cui il controllo della pressione arteriosa, delle crisi epilettiche o dell’edema cerebrale.
Nei casi diagnosticati di CAA, è importante evitare l’utilizzo di anticoagulanti e antiaggreganti, soprattutto dopo un’emorragia lobare, a meno che tali farmaci siano fondamentali per il paziente. Nei casi di CAA infiammatoria si utilizza la terapia corticosteroidea e talvolta immunosoppressiva.
L’angiopatia cerebrale amiloide è una condizione ancora sottodiagnosticata ma di grande rilevanza clinica, in particolare per il rischio emorragico e il suo legame con le demenze.
Dott. Andrea Arighi
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